PPRK EN BEKN
Mi fermo in un bar a Termini, di quelli dentro la stazione, dove trovo due ragazze straniere alla cassa, mentre gridano alla cassiera, che si trova all’estremità opposta del bancone: «Pprk en bèkn!»
Mi fermo in un bar a Termini, di quelli dentro la stazione, dove trovo due ragazze straniere alla cassa, mentre gridano alla cassiera, che si trova all’estremità opposta del bancone: «Pprk en bèkn!»
La gara è iniziata di mattina presto al tornello per entrare in metro a Termini. Infilo l’abbonamento nella macchinetta che, maledetta, invece di farlo immediatamente uscire, comincia ad emettere strani rumori, facendomi immaginare quel pezzo di carta al suo interno che fa avanti e indietro.
Vedo spesso le commesse di Footlocker in giro per Termini. Oggi una di loro è sbucata di corsa, all’improvviso, da dietro un angolo per bloccarsi davanti a me.
Nella più classica delle storie romantiche, ci saremmo
innamorati perdutamente, nella realtà il mio sguardo grida: “Eh no, cazzo! A costo di lasciarle un buco sulla maglia io non scendo dall’autobus!”
E il suo ribatte: “Eh no, porcatroia, a costo di portarmi dietro ’sto babbeo, io devo andare a prendere la metro!”