Oggi pomeriggio verso le 18.15, mentre ero seduto sotto un portico a Balduina, si è avvicinata una signora con aria minacciosa e seriamente mi ha detto «Si deve vergognare a fare certe cose»….. «davanti a lui!».
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Lì per lì non ho mica capito chi fosse questo “lui “. Poi sentendomi fissare ho realizzato. Ed ho abbassato lo sguardo.
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“Lui” era un carlino. Si, un cane. Si chiamava Dado.
E la mia colpa… era quella di mangiare un gelato. Si, io stavo mangiando un semplice, gustoso e buonissimo gelato. Tra l’altro, apro parentesi, credo di essere l’unico al mondo ad aver litigato con un gelataio a causa dei suoi gusti spettacolari. È successo l’estate scorsa. Proprio con questa gelateria. Ma questa è un’altra storia. Chiudo parentesi.
Dado, un Gandhi a 4 zampe, ha fatto resistenza non violenta e la padrona l’ha dovuto trascinare via così, strusciandolo sull’asfalto, facendogli scendere di schiena il gradino del marciapiede e portandolo via con forza.
Da persona sensibile, nonché amante dei cani, che sono lo devo ammettere, lo sguardo di Dado, ossessivamente diretto al gelato, anche mentre si allontana fino a farsi puntino, me lo porterò dietro per tanto tempo.
Io amo i cani ma vado anche matto per i gelati quindi, forse, la mia reazione iniziale era stata troppo dura: «Ti voglio tanto bene, ma un pezzo del mio gelato non te lo do manco morto». gli avevo detto.
Mi deve aver capito e preso alla lettera.