ASCOLTA L’AUDIO RACCONTO
Di ritorno dall’ufficio vado a prendere un caffè(tanto per cambiare) al bar davanti alla fermata dell’autobus. Quando esco, a due passi dopo la porta, mi fermo per accendermi una sigaretta. Una voce rauca, quasi sensuale, arriva dalle mie spalle e mi chiede se “la faccio accendere”. Mi giro. Lei è una signora ultra settantenne, viso a punta tappezzato da lunghe rughe, sguardo da fija de ‘na mignotta (“da furbetta” non rende e secondo me lei approverebbe), cappello con pon pon nero, smalto nero, piumino corto nero, jeans attillati neri e stivaletti naturalmente… neri. Le uniche due cose colorate sono la fine montatura violacea dei suoi occhiali rotondi e la bustina di Fonzies che sta divorando. Tira fuori un pacchetto di Marlboro rosse dalla tasca esterna della giacca e si infila una sigaretta tra le labbra.
Le sorrido e le allungo l’accendino. Lei, come per farmi un piacere e non sporcarlo, si lecca per bene una manciata di dita prima di afferrarlo. Accende la sigaretta e mentre me lo ridà, con la sigaretta ancora in bocca ed una folta nuvola di fumo da prima accensione, mi fa un occhietto e mi ringrazia.
Affascinato le sorrido, chino la testa(manco fossi un giapponese) e vado in fermata. Mi giro, mi ha incuriosito. La vedo lì seduta, tutta figa con le gambe accavallate che si ciuccia così forte la sigaretta che le guance le rientrano dentro, per poi sputare fuori, con la testa verso l’alto, lunghe scie di fumo.
Mi sono innamorato.
E allora mi vengono in mente i circoli per anziani e prego per loro, per quegli uomini…così indifesi. Prego che questa nonna non frequenti certi luoghi, altrimenti già mi immagino quei pori vecchietti cadere infartati ogni 3×2!