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Stacco dall’ufficio e mi reco in fermata in attesa del 767. Un uomo sulla 60ina, mentre parla al telefono, mi chiede informazioni sull’autobus. Ha una faccia buffa e un sorriso simpatico mentre mi ringrazia, di quelli piacevoli da ricevere. Una volta sul mezzo pubblico io mi siedo nei posti adiacenti all’autista. Lui, in piedi, si mette contro il vetro, nello spazio accanto l’obliteratrice.
DING!
Il solito campanello chiede di fermarsi alla fermata successiva. Una volta arrivati l’autista si ferma e apre le porte.
L’uomo alla guida aspetta qualche secondo poi, vedendo che nessuno scende, borbotta qualcosa e riparte. Dopo qualche secondo qualcuno prenota di nuovo la fermata.
DING!
L’autista quindi si riferma e di nuovo non c’è nessuno che esce… Stavolta il borbottìo è chiaro, seppur pronunciato a voce bassa: “mortacci tua.. Hai rotto ‘r cazzo”.
Riparte stranito. Il campanello non tarda ad arrivare. E l’uomo, come da regolamento, alla fermata si ferma di nuovo.
“Aaa Jessica Fletcher che devi fa?”, (si) domanda ad una signora sui 70 anni che ricorda vagamente il noto personaggio televisivo, ferma davanti alla porta. Ma la signora in giallo non fa una piega e rimane immobile.
E ancora: partenza – campanello – fermata – nessuno che scende.
L’autista a questo punto spazientito si rivolge “pacatamente” a noi passeggeri: “Aooo’ ma che se stamo a divertí co’ sto campanello?!?”
La gente si guarda intorno preoccupata per il burlone del momento perché l’autista s’è veramente incazzato. Infatti stavolta non parte. Rimane fermo in attesa che il colpevole si manifesti, ma nessuno risponde.
Il tipo dalla faccia simpatica, che avevo incontrato in fermata, è l’unico che non bada alla situazione, tanto preso dalla sua telefonata.
Le porte vengono chiuse, il tizio al telefono ride di cuore, si agita e con il culo preme senza accorgersene il pulsante dietro di sé, prenotando così la fermata, a mezzo ancora fermo.
L’autista realizza e iniziando con un pacatissimo “malimor…” detto tra sé e sé, continua con “Aooo’ te sei appoggiato sul pulsante!”.
Ma l’uomo niente, non lo ascolta.
“AOOO’ TE SEI APPOGGIATO CONTRO IL PULSANTE!!!”
L’uomo al telefono esce dall’apnea della telefonata e si guarda Intorno dove vede gli sguardi di un autobus intero rivolti verso di lui.
E ancora: “SI, TE! A DERRICK STAI COL CULO SUL PULSANTE DELLA FERMATA!!!”
Finalmente l’ispettore realizza, tira fuori il sorriso che io avevo conosciuto e imbarazzato si scusa. Mi guarda stirando la bocca da colpevole e io gli mimo una risata di rassicurazione.
Il mistero è risolto.
La puntata del giallo di oggi non termina con una frase d’effetto, stile telefilm, ma con un disperato appello dell’autista.
“VOI PRIMA O POI ME MANDERETE AL MANICOMIO… O IN GALERA!”.
… DING!
Fermata.
Scende il gelo… Ma stavolta scendono pure i passeggeri..