CHIACCHIERATA TRA UOMINI

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Ho appuntamento alle 18.00 dal dentista per l’ablazione del tartaro, in previsione di non poterlo fare dopo, fumo una sigaretta, prendo un gelato, un caffè e un’altra sigaretta.

Il caffè lo bevo nel bar proprio sotto lo studio, c’è una pila di copie di un giornale locale di Anzio sopra una sedia. Ne prendo una copia, mi siedo, butto giù il caffè e mi accendo la sigaretta.

Arrivano due coppie ed entrano nel bar.

Passa qualche minuto e i due maschi escono, chiedono se possono sedersi al mio tavolino, meravigliato li faccio accomodare, uno di loro prende anche lui il giornale commentando: «Tanto è tutto sul governo. È tutto un magna, magna» e ride.

Sorrido anche io e gli chiedo se sono interessati alla politica.

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BREVE STORIA D’AMORE MAI INIZIATA

Treno in partenza da Termini in ritardo di mezz’ora. Più tempo passa, più gente sale. L’interfono avvisa che noi siamo pronti a partire, in teoria, ma il gestore delle infrastrutture ci deve dare l’autorizzazione a farlo. E non si sa quando lo farà. Il ritardo preciso “non è quantificabile”.

Annamo bene…

Dopo 20 minuti un tizio sbrocca, se la prende con i poliziotti, “qualcuno starà pure seduto qui senza dí e fá un cazzo”, poi parte l’escalation perché ci infila dentro pure la guardia di finanza, il ministero degli interni, la protezione civile, il parlamento e, per non farci mancare niente, pure il CSM! Tié!

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4 STORIE BREVI

Io sono uno che quando racconta una cosa, soprattutto agli sconosciuti, la riassume per paura di annoiare. Di contro invece mi ritrovo frequentemente a subirmi filippiche bibliche da chiunque. Io cerco di far capire che preferirei una ginocchiata sulle palle piuttosto che continuare ad ascoltarli, ma credo di non essere mai abbastanza palese…

Ne racconto giusto una manciata:

  1. Un tipo in treno mi ha raccontato che anni fa aveva cinque bar, faceva soldi a palateContinue reading

8 MODI PER MORIRE

La guardia giurata protagonista del punto 4 di “4 STORIE BREVI”, nella stessa occasione mi raccontò che anni addietro, quando lavorava come responsabile della sicurezza della metro a Termini, trovò una borsa sotto i sedili del primo vagone. All’interno c’era dell’esplosivo. Ebbene si. Mi disse che i primi vagoni in genere sono i più pericolosi, perché in caso di esplosione i danni sarebbero maggiori. Verità o cazzata che sia, io da allora cerco sempre di mettermi negli ultimi vagoni, sia in metro che in treno.

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CONTA ER CORE

Ho sempre avuto l’impressione che gli altri, parlo principalmente del lato estetico, non cambiassero mai, vedo tutti uguali al giorno prima. Mi spiego, le persone che incontro giornalmente mi sembra abbiano continuamente lo stesso taglio di capelli, stessa pettinatura, stesso peso, stesso modo di vestire e anche stesso comportamento ogni singolo giorno. Io invece sembro un pilota di rally che fa su e giù tra dune e montarozzi di opinioni e stati d’animo. Mi vedo pettinato, spettinato, bello, brutto, ben vestito, sciatto, simpatico, antipatico, sociale, asociale, alto(vabbé qua ho esagerato), basso e non solo da un giorno all’altro ma anche da un momento all’altro nel giro di qualche minuto.

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KIRSTIE

ASCOLTA L’AUDIO RACCONTO – Letto da Lygia

Seduta accanto a me, sui sedili del treno, c’è una giovane ragazza. Il suo viso è nascosto dietro i capelli e le sue mani sono coperte per metà dalle maniche della maglia. Tira fuori dalla borsa un blocchetto di piccoli fogli di carta e una matita a punta fina. Davanti a noi, sono seduti un ragazzo e una ragazza fissati su lati opposti, le facce sembrano imbronciate o forse sono solo seriose. Non so nemmeno se si conoscono, ma l’impressione è quella di due che non hanno né voglia di parlare né di incrociare sguardi.
La giovane al mio fianco comincia il tratteggio Continue reading

MATTI E SANI SCAMBIATEVI DI POSTO

Metro S.Paolo, sono sul 766: sento qualcuno parlare a voce
alta, un uomo smilzo sulla cinquantina, ben vestito sta dirigendo da fuori le
persone che sono dentro e quelle in coda per salire sull’autobus con i vari:
«DAI BELLI SCORETE, TU LÀ DENTRO FATTE PIÙ A DESTRA, TE SIGNO’ UN PASSETTO PIÙ AVANTI SU PER FAVORE. FATEME SALÌ BELLI CHE HO FATTO PURE ER
BIGLIETTO, Continue reading

L’OMINI SO’ SCORDARELLI

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Mattina
sul 764. Ci sono tre simpatiche vecchiette, si somigliano molto tra loro… bassine, panciute, con degli occhiali lucidati a nuovo e una corta ma folta
capigliatura. Il colore dei capelli cambia, una li ha neri, le altre due
rossicci. Tutte e tre parlano romano (una più marcatamente delle altre) e tutte e tre hanno il carrellino della spesa.

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IL RITRATTO

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Ore 9.00 di un mattino sosia di tanti altri e cappello di un comune giorno feriale. Autobus da Laurentina per via Grezar, salgo incazzato per l’ennesimo ritardo causa traffico tra il letto e il bagno. Sopra il mezzo c’è un ragazzo con evidenti problemi mentali… per colpa di qualche malattia? Bruciato da qualche sostanza? Non lo so. So solo che è grassoccio, porta vestiti e una giacca palesemente troppo larghi, parla lentamente, ad alta voce, quasi mono espressivo e ha lo sguardo spento.
È seduto nei posti a quattro, io gli sto davanti ma nel sedile opposto. Accanto a lui, quindi davanti a me, una signora anziana si siede, lo fa distrattamente sopra a un pezzo della sua giacca. Lui la guarda, tira con forza il lembo di stoffa e le dice arrabbiato: «Ma non lo vedi dove ti sei messa?» La signora tace, mi guarda, si alza e si siede da un’altra parte. Tempo in cui è rimasta seduta: sette secondi.
Rimaniamo io e lui.

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NONNO, GIOCHIAMO A NASCONDINO

Esco dalla stazione del treno Balduina, la tappa di solito è una: il tabaccaio per prendere qualche zozzeria tra Kinder cereali, Duplo, Ferrero Rocher e compagnia bella oppure il bar per un caffè. Stavolta, in previsione di un gelato più tardi, opto per il secondo. Faccio una breve chiacchierata con la signora al di là del bancone e una giovane ragazzetta che sta bevendo un tè freddo. Si parla del tempo e dell’estate che fatica a mantenere il ritmo. Bevuto il caffè le saluto e vado via. Piccola nota: scoprirò poi, scrivendo queste righe, di essermi dimenticato di pagare!

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RINOSCOPIA

Avendo tempo prima che arrivi il treno, vado a prendere un caffè al bar, ad Ostiense. Una volta fuori mi accendo una sigaretta, a qualche passo da me c’è un uomo medio orientale appoggiato di spalle sul muro.Continue reading

LE SCUSE

Sto andando in ufficio, mancano gli ultimi cento metri, una signora anziana ha  un boxer (cucciolo) al guinzaglio. Il cane ha energia da vendere, la signora invece l’ha venduta tutta da parecchio tempo. Lui la guida in ogni dove, poi la strattona e trascina verso un’auto, alza la gamba e spiscietta soddisfatto sulla ruota.

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LA VIETCONG

Ho sempre avuto il dubbio, ma stamattina ne ho avuto la conferma. Tra la folla di persone in attesa dell’autobus, noto una signora accanto a me sui 50 anni: bassina, carnagione scura, viso schiacciato, ha l’aria mansueta e nulla mi toglie dalla mente che sia di origine vietnamita.

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Il re che temeva la morte

“Devo ucciderti mio caro amico e servitore”. Il comandante lo seguiva attentamente senza dire parola alcuna e senza fare una piega. “Mi fido solo di te. Quando avrai visto cosa c’è nell’aldilà, tu tornerai e mi riferirai tutto quello che avrai visto, svelandomi così il mistero una volta per tutte”

Il personaggio in cerca di una storia

E allora si arrampicò tra parole ingrate che descrivevano la sua vita. Scalatore che con mani nude e gessate si aggrappa a ogni minimo pertugio o punta che gli offre la montagna, anche le sue dita erano salde sulle righe che lo precedevano e con il piede sulla linea del presente a fare da propulsore per scalare tutto il paragrafo. Creava brecce tra lettere messe in un ordine che non accettava e avanzava spavaldo togliendo aggettivi e verbi che non meritava, in modo da uscire e farsi strada, fuori da quella storia che si rifiutava di vivere.