Metro S.Paolo, sono sul 766: sento qualcuno parlare a voce
alta, un uomo smilzo sulla cinquantina, ben vestito sta dirigendo da fuori le
persone che sono dentro e quelle in coda per salire sull’autobus con i vari:
«DAI BELLI SCORETE, TU LÀ DENTRO FATTE PIÙ A DESTRA, TE SIGNO’ UN PASSETTO PIÙ AVANTI SU PER FAVORE. FATEME SALÌ BELLI CHE HO FATTO PURE ER
BIGLIETTO, E CHI NON CE L’HA PER FAVORE SCENDA.»
Sale anche lui e si incastra tra la porta e me. Una volta sistemato, esordisce con un bel: «DAJE, CHE SEMO TUTTI MAGRI!»
Sento un: «Seh magari!» lanciato da una signorona di cui vedo solo il capoccione. Il tipo si regola: «VABBÈ, LO SEMO QUASI TUTTI SIGNO’.»
E annuncia il suo diktat.
«ALLORA, CHI DEVE SCENNE LO DICE PRIMA, COSÌ SE PREPARAMO, PERCHÈ L’UNICA SARVEZZA SU ’STI AUTI È LA COLLABBORAZZIONE!»
Alla fermata successiva, la gente, naturalmente, fa come al solito, si sveglia quando le porte si stanno aprendo e con uno: «Scusa, scusa», manco sempre, «Permesso, permesso», frettolosamente sgomita per scendere. ’Sto tipo mi guarda e mi dice: «L’intelliggenza nun fa parte de ’sto monno.»
ALLORA SIGNORI, RIPETO, DITELO PRIMA SE DOVETE SCENNE, COSÌ SE PREPARAMO!»
Fermata successiva, l’autobus si ferma, apre le porte e un ragazzone di quindici anni parte di corsa dai meandri dell’autobus. Troppo tardi, le porte stanno quasi per chiudersi, lui esce, ma lo zainetto rimane incastrato. Il giovane, da fuori, tira con forza; i vari Manzoni, Alighieri e compagnia bella (panino della merenda incluso) si schiacciano tra loro per poter passare e così il ragazzo riesce a recuperare lo zaino… grazie anche a un cazzottone sferrato dal nostro caro ‘vigile’, non so se per il nervoso o per aiutarlo a uscire, ma il: «’Tacci tua» a denti stretti, mi fa capire che è più per la prima ipotesi.
Io: «Questo è il peggio di tutti, poteva alzarsi una volta partiti.»
Lui: «Mbe’, ma l’hai visto che era? Ormai non c’ho più speranza per il genere umano… non è che a ogni fermata me posso mette a strillà de dillo prima, se sarvano perché devo scenne, artrimenti ALLA PROSSIMA FERMATA NON L’AVREI FATTI SCENNE IO!» (Rialzando la voce).
Matti vs Sani: 1-0 e mettetece ’na pezza!